Storicamente abbiamo tracce dell'uso di flauti traversi all'ottava in alcune opere di Jean Philippe Rameau nella prima metà del Settecento, ma lo strumento inizia a diffondersi, e quindi ad avere un posto stabile in orchestra, solo all'inizio dell'800. Durante il periodo Barocco l'indicazione "flautino" o anche "flauto piccolo" indicava solitamente un flauto dolce di piccola taglia (soprano o sopranino), e in particolare è questo il caso dei concerti che Antonio Vivaldi scrisse per flautino.[1] Fino a tutto l'800 l'ottavino mantenne la costruzione del flauti precedenti, e solo alla fine del secolo si iniziò a costruirlo con la meccanica Boehm, che comunque diventerà lo standard solo durante il '900. Gli ottavini attuali, sebbene siano generalmente costruiti col sistema Boehm, hanno mantenuto alcune caratteristiche del flauto precedente la riforma di Boehm, come la conicità del corpo (il flauto Boehm è cilindrico) e la mancanza delle chiavi per Do# e Do bassi (non presenti sul flauto barocco, come anche nei flauti successivi più comuni; nell'ottavino sarebbero state comunque di scarsa utilità), e la costruzione generalmente in legno anziché di metallo.